LA BALLATE DELLE FALENE

@Il Respiro del Pubblico Festival 24.

Il femminile escluso

 Firenze | 01/12/2024


Articolo di Isotta Traxler, Scuola di Critica Teatrale Ciuchi Mannari, Cantiere Obraz


Rosanna Gay e Paola Tintinelli portano al Teatro Cestello

LA BALLATA DELLE FALENE, un elogio alle donne di tutte le epoche. All’entrata in platea il pubblico è accolto da una schiera di figurine di stoffa sul palco – chiamarle “bambole” è diminutivo, poiché oltre ad essere fatte con maestria, sono lì per rappresentare molto di più di un gioco. In scena una coppia di stravaganti donne, vestite in modo altrettanto stravagante: una di loro, ronzante di emozioni che vanno dal giulivo all’affranto in pochi secondi, smania di raccontarci della nostra eredità di donne. L’altra, cinica e patologicamente distaccata, illustrando vividamente la morte di una mosca, ci ricorda quanto la nostra vita in quanto donne possa sembrare a volte una lotta senza fine contro un destino avverso. Prendono vita all’interno dello spettacolo alcune donne del passato come Virginia Wolf o il personaggio immaginato da quest’ultima, la sorella di Shakespeare, dotata tanto quanto lui, ma ignota.

Gay e Tintinelli reggono uno spettacolo carico di emozione, anche se restiamo con la curiosità per le vicende di qualcheduna in più delle figure a bordo palco,

donne importanti della storia della letteratura e dell’arte.

LA BALLATA DELLE FALENE si conclude con una commovente riedizione al femminile di My Way, il celebre brano cantato da Frank Sinatra. La luce si accende. Quando ci alziamo per andarcene le donne di stoffa sono ancora lì schierate, ci salutano e chiedono di ricordarci di loro, di non dimenticarle come tanti hanno fatto prima di noi

La Ballata delle falene

di Ines Arsi

Andato in scena il 15 Novembre 2024, presso il Teatro di Cestello di Firenze


Prosegue con successo la quarta edizione de Il Respiro del Pubblico, il Festival ideato e organizzato da Alessandra Comanducci, Michela Cioni e Paolo Ciotti, per Cantiere Obraz. La ricerca che anima il Festival si dedica a promuovere il teatro come strumento di formazione e di apprendimento esperienziale, attraverso molteplici proposte che rendono lo spettatore protagonista centrale di una riflessione civica, capace di valicare il puro godimento dello spettacolo. Ospite del Teatro di Cestello, nella popolare cornice dell’Oltrarno fiorentino,

La Ballata delle Falene di e con Rossana Gay e Paola Tintinelli, esaudisce efficacemente questo mandato, raccogliendo sentiti applausi, con un’opera ideata e costruita per celebrare la donna artista. L’allestimento scenografico è frutto di un lungo lavoro che ha impegnato Rossana Gay nel corso della pandemia trascorsa, rivelandone tutta l’abilità di sarta letteraria: con tessuti di riciclo, donati da amici e conoscenti, ha infatti realizzato quindici bambole, già tenute in mostra presso il Teatro Niccolini di San Casciano, che simboleggiano le intellettuali a lei più care, rimodellate con amorevole cura perché possano tornare ad occupare, in una vera e propria rivendicazione del loro ruolo sociale, uno spazio nella rappresentazione del panorama artistico da cui sono state emarginate in vita; un’assemblea medianica richiama, tra le altre, Alda Merini, Emily Dickinson, Saffo, Simone Weil e se, dapprima, ci paiono piccoli fantocci inanimati, disposti in fila al margine frontale del palco, nel corso della rievocazione, si trasformano in totem iconici, in grado di rivestire un valore quasi religioso. Appena dietro la schiera delle piccole presenze vudù, amuleti di fortuna, ma anche martiri di una fede artistica, le due intermediarie spiritiche e attrici, col volto bianco, ricoperto di cerone, svelano progressivamente le loro sembianze eteree, intorno ad una scrivania, sullo sfondo nero di un altro sipario, oltre il sipario; pare di essere in una stanza da lavoro dove, alle luci soffuse della lampada, tra giornali, carte e bottiglie di alcolici sorseggiate di tanto in tanto, si provvede a formulare una costruzione scenica imprecisata, appuntando, provando, discutendo, mentre non è in atto solo l’elaborazione di una trama drammaturgica e di un sottotesto punteggiato di ironie e ripensamenti, ma la graduale rivisitazione di personaggi che riescono a riguadagnare voci e sembianze, grazie all’ immedesimazione delle due anonime interpreti. Il soggetto si ispira ad Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, il saggio del 1929 in cui la scrittrice, proprio nei panni di una protagonista altrettanto anonima, racconta la storia del ruolo femminile, attraverso autrici come Jane Austen e le sorelle Bronte, ma anche tramite personaggi fittizi come Judith, l’ipotetica sorella di Shakespeare, rivendicando provocatoriamente la necessità di autonomia intellettuale ed economica delle donne, da sempre sottomesse al volere degli uomini, secondo la mentalità patriarcale e violenta che le aveva recluse, escludendole per secoli dalla vita sociale e politica e costringendole ad esprimere sotto mentite spoglie il loro talento. Tuttavia, l’intreccio sembra volersi distaccare da percorsi narrativi canonici, assumendo importanza secondaria rispetto allo scandaglio introspettivo che cuce tra loro anche le storie psicologiche di diverse artiste e di diverse opere della scrittrice; Morte di una falena, dove si narra della lenta agonia di questo insetto, sino alla sua morte inesorabile, è, probabilmente, l’ultimo testo che la Woolf scrisse prima del suicidio e questa Ballata delle falene, in tutte le sue stanze rifinite dallo stesso tragico ritornello di morte, sembra volerne rivisitare il finale in prospettiva corale, associando il ricordo di più figure femminili della letteratura al medesimo destino, rivissuto per essere ridiscusso e testimoniato. L’abito ottocentesco di Rossana Gay, appuntato di petali di rose rosse come il sangue, immediatamente richiama, tra pizzi e merletti funerei, le stesse bambole, ma nel ruolo drammatico della donna trapassata che non ha trovato pace dopo la morte e si manifesta ancora, nella continua replica della sua storia di vittima assassinata dal marito; mentre il frac largo e dismesso indossato da Paola Tintinelli, insieme alla bombetta, suggeriscono la parodia dell’uomo tiranno, ma fragile e comico come uno Charlot. Entrambe le attrici portano sul palcoscenico un clima sepolcrale di profonda inquietudine, caratterizzato da una capacità espressiva, soprattutto corporea, che mette in luce uno studio peculiare del mimo, ma anche l’intento di sottolineare la sofferenza dei personaggi attraverso canali più profondi della parola; di estrema suggestione la scena in cui l’uxoricida, interpretato dalla Tintinelli, annega lentamente una mosca nel whisky, aiutandola a riemergere dal liquido per poi rigettarvela sadicamente, secondo un’efficace metafora sulla condizione di repressione della donna che la Woolf aveva denunciato con forza, fino ad annegare anche lei.

ideazione

Rossana Gay


Nel 1928, Virginia Woolf viene invitata all’università di Cambridge per tenere due conferenze sul tema

“Le donne e il romanzo”.
La scrittrice all’inizio se
mbra in difficoltà nell’affrontare la tematica proposta, 
si sente incapace di trarre conclusionisignificative; ma attraverso un’analisi profonda della società, che tocca la filosofia, la poesia e la storia della letteratura, pone una questione per lei fondamentale che, molto schematicamente, può essere riassunta così:

una donna se vuolescrivere e vivere della sua scrittura deve avere danaro e una stanza tutta per sé.

Abbiamo accolto gli interr
ogativi e le riflessioni di Virginia Woolf, soprattutto quelle raccolte nel saggio che trascrive le due conferenze sopra citate. Una stanza tutta per sé, constatando che l’analisiche la scrittrice inglese conduce sui meccanismi nefasti del potere e sulla condizione economica e culturale delle donne del suo tempo mostra ancora tante e troppe similitudini con quella attuale.



La scena è u
na stanza popolata da u
na schiera di piccole creature (scrittrici, potesse, letterate di varie epoche),

da un tavolo e due sedie.  Due​ attrici entrano  rumorosamente, tentano di trovare un’identità che le emancipi da unacondizione di inadeguatezza come donne, come artiste. Una più bizzarra cerca di avere un contatto con le piccole creature attratta dal loro potere medianico ed essere loro anche per poco, l’altra più materiale insegue la semplicità del pensiero spronando l’altra a riprendere il filo dei suoi deliri letterari

e a concentrarsi su il famoso saggio Una stanza tutta per

In un’atmosfera onirica compaiono poi altr
e anime: l’uomo fantoccio che vive in un tempo dettato dalla disperazione della perdita della moglie e  decide di assisterealla lenta agonia di una mosca  gettandole addosso gocce del suo Whisky … Judith Shakespeare, sorella sfortunata di William, alla quale è stato soffocato il talento artistico… una donna uccisa dal marito, che verbalizza le sue angosce profonde … due Rockstar che cantano senza voce, il loro desiderio di  trovare la strada per potersi esprimere.

 
“Per un artista è fatale pensare al proprio sesso…

qualunque cosa creata sotto la spinta di quella parzialità è condannata a morire.

Ci deve essere qualche collaborazione nella mente, fra la donna e l’uomo, prima che possa compiersi l’atto della creazione. Ci deve essere un matrimonio dei contrari.

La mente intera deve mostrarsi nuda e aperta…una mente androgina”

Virginia Woolf